
Teatro Civico Garybaldi di Settimo Torinese
Da giovedì 14 a lunedì 17 giugno 2018
Testi da Rafael Spregelburd
Regia di Jurij Ferrini
Assistente alla regia: Matteo Alì
con Denise Anelli, Roberta Fiore, Maria Rita Lo Destro, Michela Gatto, Caterina Ibba, Annalisa Iovinella, Giulia Maino, Jacopo Massara, Michele Puleio, Daniele Ribuoli, Mary Rizzioli, Marta Zito
e con la gentile partecipazione di Paolo Arlenghi
un ringraziamento speciale a Toni Mazzara per la voce off e a Francesco Lurgo per la sonorizzazione
Un’umanità persa, caustica e crudelmente ironica, in costante adattamento all’assurdo quotidiano, che ha perso aderenza e fiducia nel “qui ed ora” freneticamente proiettata verso un futuro che non c’é.
Dimenticatevi delle istituzioni.
Dimenticatevi della famiglia tradizionale.
Dimenticatevi dei buoni sentimenti.
“Voglio mostrare il senso di agonia della modernità che stiamo vivendo, se il mondo è complesso possiamo assistere alla sua ecatombe senza far nulla. Parto dall’idea che l’umanità non mi piace
Il pubblico ha la sensazione di stare davanti a qualcosa di dolorosamente vicino ma pericolosamente diverso. Un mondo che procede a velocità vorticosa verso il suo domani, senza soffermarsi sull’oggi, in cui l’uomo perde la capacità di comprendere, vivendo già nell’altrove. Ridiamo perché non possiamo trovare una soluzione. La sensazione che questo sistema costruisca i suoi mostri e’ di una stupidita’ e crudeltà senza precedenti.”
Rafael Spregelburd
Il teatro di Spregelburd si occupa di complessità e in questo senso abbatte ogni luogo comune, ogni immagine facile da inquadrare in un contesto che non richieda troppo sforzo. Il teatro torna quindi ad essere un atto politico eversivo. I suoi personaggi sono molto più reali dell’apparenza, che vediamo mediamente nella vita e che ci rassicura, proprio perché si comportano seguendo le leggi del caos; ciò che si genera in qualsiasi catastrofe. Il suo teatro non ha più una dimensione tragica. Il senso del tragico viene superato dal senso del ridicolo. Il suo è il teatro della catastrofe.
Jurij Ferrini